Sarebbe il caso che almeno su una cosa essenziale come la costituzione non si riducesse tutto a questione di schieramenti e/o a facili slogan.
Una costituzione non è una legge qualsiasi che può essere fatta, emendata, abrogata e comunque può almeno parzialmente esistere svincolata dal restante corpo legislativo: deve essere un tutt'uno coordinato, chiaro e senza contraddizioni.
Detto questo la semplice parte di questa riforma che modifica le materie di competenza delle Regioni grida vendetta: un elenco di espressioni generiche e con ampio margine di interpretazioni, quando già al primo anno di giurisprudenza si impara che laddove un articolo di legge preveda una prescrizione non generica e di principio, ma un'elencazione di fattispecie, tale elnco deve essere per quanto possibile tassativo e preciso.
Prescindendo dal giudizio sulle scelte politiche, il governo Berlusconi ha dato prova di servirsi di tecnici e consulenti per la redazione delle leggi piuttosto scarsi (come già in altre occasioni del resto, come la regolamentazione sulle droghe inserita nel decreto sulle Olimpiadi invernali, come l'ultima riforma del processo civile, inserita di soppiatto in 4 o 5 articoli imbucati nella legge finanziaria, o i vari provvedimenti che rinviano le modalità di applicazione a "future" circolari mai emesse e sono quindi rimasti lettera morta).
Al contrario si punta molto su cose come la riduzione di parlamentari o i supposti vantaggi derivanti dal passaggio di molte (ma non si sa ancora bene quali nella pratica) competenze alle regioni. Davvero qualcuno pensa seriamente che aumentanto le competenze delle regioni non aumenterà la necessità di dipendenti pubblici nelle singole regioni? E credete che in tal caso vedremmo un esodo degli attuali dipendenti dei ministeri da Roma alle vare sedi regionali, o piuttosto che questi rimarranno nel loro posto di lavoro e verranno "duplicati" nelle regioni con conseguente aggravio, tanto per cambiare, per le tasche dei contribuenti?
Certo la classe politica attuale, sia la destra che la sedicente sinistra, non pare avere nè la voglia, nè il carisma, nè, passatemi il termine, il "senso dello Stato" sufficiente per riformare una Costituzione che è tutt'ora da un punto di vista etico e tecnico, tra le migliori in circolazione.
Ma proprio per quello eviterei riforme parziali e raffazzonate e mi terrei la Costituzione attuale.