Geneva sedeva al tavolo del puledro, con il suo consueto boccale che le serviva piu' per tenere lo sguardo su qualcosa che non fossero le facce intorno che per bere. Diverse fasciature sotto l'armatura indicavano nuove ferite, ed il sudore e sangue avevano richiesto un tino di acqua calda e non uno, ma due pezzi di sapone.

Era reduce da una dura battaglia, le forze dell'oscuro avevano mosso un nuovo assalto verso la citta' di Cameth Brin. Un manipolo di eroi si era battuto per difenderla, lei arrivata come un tornado a battaglia iniziata e non era riuscita a ricordare tutti. Si ricordava il buon Lucich, che con le sue arti magiche si muoveva nella battaglia come il vento che passa su un campo di erba, seminando distruzione con distaccata calma. Aveva notato Sariel battersi come una fiera contro quelli che un tempo erano i suoi alleati. Adesso poteva fidarsi di lui. L'ascia del suo amico Naugrim Bulkatos aveva spaccato teste e tagliato braccia che brandivano nere armi di Mordor. Il suo vecchio miliziano, Xion Masters, era piombato dal nulla nella battaglia come se i Valar avessero deciso che dopo mesi di assenza quello era il momento di tornare. Dalla presenza dell'amico lei aveva preso forza, sapendo di avere qualcuno su cui contare. Aveva visto le frecce di Arianh sibilare con precisione, colpendo i nemici come lei sa fare. Ma la sua attenzione era focalizzata sui capi che guidavano quella invasione. Orchi dalla forza straordinaria. E ricordava le parole di uno di loro:

Se ucciderai me altri ne verranno....

Geneva si era battuta al meglio delle sue forze, sempre piu' stremata, contro quel mostro dalla pelle scura e dai denti appuntiti. Lo inseguiva, mentre lui divideva la sua attenzione tra lei e gli altri, e passando la giovane di Roahn falciava i servi meno forti. Ma era lui il suo nemico. Ma quelle terribili parole avevano un significato.

Se ucciderai me altri ne verranno....

Geneva aveva paura. Cameth era in qualche modo entrata nei piani dell'Occhio. La voleva, la bramava, avrebbe sacrificato orde di servi per averla. Ed era cosi' vicina a Brea, la citta' che lei aveva scelto come sua nuova patria. Lei avrebbe fatto di tutto per impedire che i servi dell'Oscuro la avessero, ma per quanto ci sarebbe riuscita? Le sue dita accarezzarono sfiorandola appena la candida impugnatura del "Vento", la sua adorata spada. La sua lama ricurva di produzione elfica avrebbe fatto tutto quello che era umanamente possibile per impediro.

[OFF GDR] Non ricordo tutti i compagni, sono davvero arrivato a cose iniziate e sono davvero stato concentrato su quelli che mi picchiavano piu' che su quelli che mi aiutavano, se mi scrivete i nomi edito e ce li metto tutti [OFF]