Diecimila anni passarono tranquillamente, ma quando la Legione Infuocata fece la sua comparsa una seconda volta, Tyrande fu costretta a risvegliare i druidi. Dopo una lunga battaglia all'interno delle loro caverne, Tyrande suonò il corno di Cenarius permettendo così il risveglio di Malfurion e dei suoi fratelli. Malfurion era in grado di sentire la corruzione che si stava abbattendo sulla sua terra già dentro l'Emerald dream stesso, fu così che una volta resosi conto del pericolo evocò una schiera di Treant per contrastare l'avanzata nemica.

Tyrande raccontò a Malfurion che Archimonde aveva fatto ritorno a Kalimdor portando con se l'intero esercito della Legione Infuocata. Il druido sapeva benissimo cosa attirava le attenzioni del demone: il suo obbiettivo era assaltare Mount Hyjal e tentare di assorbire le mistiche energie di Nordrassil. Fu chiaro da subito che per avere una possibilità di respingere l'invasione era necessario risvegliare tutti i druidi intrappolati ancora nell' Emerald Dream. Tyrande e Malfurion partirono così alla volta della loro nuova missione.


La natura cominciava a essere molto più selvaggia man mano che si avvicinavano al rifugio dei Druidi dell'Artiglio in Winterspring. Tyrande trovò un gruppo di furbolg corrotti da energie oscure. Le forze degli elfi li sterminarono completamente e lentamente si fecero strada attraverso i vari pericoli che si frapponevano tra loro e i druidi. Una volta raggiunte le Barrow Dens, Malfurion suonò il corno di Cenarius e riuscì nell'impresa. I druidi dell'artiglio giurarono di aiutarlo a risvegliare anche i druidi dell'unghia, nascosti in un complesso di caverne vicino a Mount Hyjal.

Il gruppo raggiunse le caverne e una volta all'interno scoprirono che nonostante la vicina presenza di Nordrassil la corruzione aveva raggiunto anche quel santuario. Presto si imbatterono in un portone che conduceva alla prigione di Illidan, l'infido fratello di Malfurion. Ignorando le proteste di Malfurion, Tyrande decise di entrare nella prigione e combattere per liberarlo. Malfurion invece proseguì nella ricerca e trovò che i suoi compagni druidi avevano perso loro stessi, cedendo ai loro istinti primitivi si erano trasformati in orsi feroci. Fortunatamente il corno di Cenarius salvò la situazione anche questa volta, liberando la mente dei druidi e restituendogli la loro forma originale.

Nel frattempo Tyrande liberò Illidan, sperando che egli avrebbe potuto dare un notevole contributo durante la guerra. Malfurion continuava a non fidarsi di Illidan per il tradimento avvenuto nella precedente guerra. Illidan provò a convincere il fratello suggerendogli che avrebbero affrontato un nemico comune, ma Malfurion fu irremovibile, lui non avrebbe avuto niente a che fare con questa storia.


Illidan guidò un gruppo di elfi della notte attraverso le foreste corrotte di Felwood, iniziando la battaglia con Tichondrius, un dreadlord. Tyrande e Malfurion si affrettarono per raggiungere il campo di battaglia e aiutare Illidan, ma una volta giunti lo trovarono già vittorioso e completamente trasformato in un demone mostruoso. Illidan confessò di aver assorbito il potere del teschio di Gul'Dan in modo da ottenere maggior potere e assicurarsi la vittoria; Malfurion e Tyrande rimasero scioccati dalla sua terribile scelta, fu così che lo bandirono per sempre dalle loro terre.

Quella stessa notte Malfurion ebbe una visione. Un corvo gli disse che se voleva avere una possibilità di salvare Kalimdor doveva recarsi ai piedi del monte Hyjal. Curiosamente Malfurion si diresse esattamente dove il profeta gli aveva detto e lì trovo Jaina e Thrall, i rispettivi generali delle forze umane ed orchesche. Tyrande cercò subito di calmare le menti dei presenti ricordando l'importanza dell'imminente battaglia, ma proprio in quel momento il corvo riapparve e rivelò la sua vera identità. Egli era Medivh, l'ultimo guardiano di Tirisfal. Medivh convinse il gruppo ad unire le forze, in previsione dell'assalto finale di Archimonde.

I difensori costruirono fortificazioni per tutta la montagna e si prepararono all'ascesa di Archimonde. Malfurion sapeva cosa sarebbe stato costretto a fare: per garantire la sconfitta del demone avrebbe dovuto scatenargli contro le forze dell'albero stesso.

Archimonde, aiutato da tre dei suoi più potenti generali assaltò prima la base umana e poi quella orchesca, riuscendo a fare breccia e ad avanzare fino alla vetta dove gli Elfi della Notte avevano stabilito l'ultima resistenza. Le difese guidate da Tyrande cedettero e niente ormai separava Archimonde dal suo obiettivo. La vittoria di Archimonde sulle forze congiunte lo rese troppo sicuro di sè, tanto da non accorgersi della trappola che in realtà Malfurion aveva preparato per lui. Quando Archimonde raggiunse l'albero, Malfurion suonò ancora una volta il corno di Cenarius. Centinaia di spiriti guardiani circondarono Archimonde e causarono una gigantesca esplosione che pose fine all'esisstenza del demone. Purtroppo però anche l'albero della vita e le foreste intorno ad esso bruciarono. Gli elfi sapevano che con la perdita dell'albero sarebbe svanita anche la loro immortalità.

Continua...

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