Poco si sa delle lunghe storie dei giovani elfi che mai invecchiano. Specie di quelli che non invecchano in solitudine. Fermi fra gli alberi e l? crescono come un qualsiasi essere, assimilano esperienza, amano, e soffrono vedendo che i loro amori solitari muoiono. Poche sono le cose che veramente amano questi elfi; una ? la rilassatezza e la tranquillit? di una preghiera o di un canto soffiato. Poche sono le persone che hanno visto qualcuno di questi elfi, e quasi nessuno sa le ragione per cui se ne sono andati e ancor pi? ignote le ragioni confusionarie che loro stessi si danno per partire e rischiare la morte per un briciolo di avventura. C'? chi dice che questi elfi sono casi isolati di una societ? basata sulla cooperazione che per sfuggire al loro dovere scappano, chi dice che sono soltanto frutti di chiss? quale diavoleria elfica (opinione di quei rozzi nani) e c'? infine chi dice che lo stesso elfo per natura ama la tranquillit? di una vita oziosa fra gli alberi. Ma c'? una donna fra gli elfi di Lothlorien che non fa che narrare sempre la stessa storia e ricomincia ogni volta che passa un qualsiasi essere vivente, tanto che la sua storia non ? mai giunta a conclusione anche se ? breve:

Caro essere di un mondo vivente,
vuoi sentire la storia di una donna morente?
Mio marito era di certo un brav'uomo,
ma ha amato sempre pi? la spada di un sacco d'oro.

E a nostro figlio, ahim?, ha insegnato tutto,
dal vivere, a cibarsi, a non fidarsi degli altri.
Per questo di amici era all'asciutto.
Ma il padre part?, ahim?, con elfi scaltri.

Verso le miniere sgargianti per avere una maglia,
Verso la buia moria per una piccola cianfrusaglia.
Ma in quell'oscuro deserto, ahim?, non so che succese,
so solo che da quel giorno nuove candele furono accese.

Io avrei voluto, ahim?, dimenticare la sciagura,
trovai un altro elfo con cui dividere la vita,
ma mio figlio, ahim?, schiavo dell'avventura,
scapp? via bestemmiando la mia vita marcita.

Piangendosi e disperandosi and? in uno strano luogo,
dove caldo era il ghiaccio e l'aria di fuoco,
cerc? un padre fra le fiamme di un vulcano,
ma l'unico che trov? fu,ahim?, un Maia artigiano.

Come un fal? spento dal vento
come una primavera sparsa
quando torn? era cambiato il tempo,
non mi aspettavo di subire un'altra scomparsa.

Per colpa di mio figlio maledetto,
per me fu come un nuovo verdetto,
rimase solo il corpo dell'elfo mio amato,
senza vita, rest? come mutilato.

Guardai, ahim?, subito gli occhi di mio figlio,
erano impauriti come due hobbit nelle miniere dispersi,
tuttavia lo scacciai come margherita da un mazzo di giglio,
e da allora non feci che cantare questi versi:

"L'acqua l'aria ed il bosco hanno i loro colori
si per? qualche cosa ? cambiato,
anche l'aria ? la stessa ? soltanto che ieri
lui, ahim?, non ? pi? tornato".

Quell'elfo scapp? tanto lontano da sfuggire perfino dall'occhio di quell'artigiano. Fin? in un foresta dove rimase per lungo tempo, dove gli alberi lo accolsero meglio di un qualsiasi convento. Gli alberi, con la forza di mille canti, e lui, con la forza di mille preghiere, lo liberarono dall'occhio indiscreto di quel padre malefico. Rest? solitario e lontano dal mondo per molto tempo. Ma ogni giorno dimenticava sempre di pi? la sua storia e tutto si mischiava in una strana zuppa di cui non si riescono a capire gli ingredienti iniziali. Ogni giorno a questa zuppa si aggiungevano ingredienti fantastici che a lungo andare lo fecero divenire schizofrenico. In certe situazioni, quest'elfo dimentica molto di quello che fa per entrare in un suo conflitto del quale ben poco si capisce all'esterno. Quell'elfo sono io e questo manoscritto l'ho scritto in un momento di pura sobriet? come mai mi succede. Fra poco parto e sempre di meno mi rester? dei miei ricordi. Per questo mi porter? sempre questo manoscritto con me. Vado a diventare un eroe come mio padre.
Saluti e baci
Xion Masters


Nome:Xion Masters
Razza:elfo
Classe:chierico
Divinita':Tulkas

(P.S. l'ho ripesccato dal vecchio forum che nostalgia li ci sono ancora tutti )