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View Full Version : RSS GDC 2011: Epidemia virtuale, esempio reale



Azel
06/03/2011, 12:07
http://contenuti.battlecraft.it/notizie/2011/marzo/06_gdcwow.jpg
Dal 28 Febbraio al 4 Marzo 2011 si è svolta a San Francisco la Game Developer Conference 2011 (http://www.battlecraft.it/tag.php?t=GDC%202011) a cui hanno preso parte alcune figure chiave di Blizzard Entertainment. Andiamo a vedere i passaggi più interessanti di un articolo apparso su Gamasutra, partner ufficiale dell'evento, riguardante World of Warcraft.

Nel lontano 2005 si è diffusa un'epidemia che ha afflitto milioni di persone in tutto il mondo, ma in pochi ne hanno parlato proprio perché non è avvenuta nel mondo reale, ma in World of Warcraft. Alcuni di vuoi magari se ne ricorderanno, stiamo parlando della Corrupted Blood Plague, conosciuta anche come Hakkar Blood Plague.

Nonostante siano passati vari anni e tutto si sia svolto in modo completamente virtuale, l'episodio ci permette di dare uno sguardo alle epidemie reali, stando a quanto ha affermato la dottoressa Nina Fefferman. La Fefferman è una professoressa associata del Dipartimento di Ecologia, Evoluzione e Risorse Naturali alla Rutgers University. "World of Warcraft aveva in quel periodo una composizione demografica unica. Non era composta dai classici stereotipi di giocatori," ha affermato. C'erano madri, soldati, dottori, politici, scolari, insomma persone di ogni età e ruolo. Questo insieme di individui è perfetto da studiare durante un'epidemia.

La Hakkar Blood Plague fu un imprevisto del tutto casuale. Blizzard aveva introdotto un dungeon di alto livello chiamato Zul'Gurub, il cui boss finale era Hakkar. Aveva un'abilità chiamata "Corrupted Blood" che era in grado di prosciugare la vita dei giocatori e poteva essere da loro passata ad altre persone. Il tutto doveva però restare confinato a Zul'Gurub, si pensava che i giocatori sarebbero o morti (ritornando in vita il debuff ovviamente scompariva) oppure avrebbero sconfitto Hakkar, azione che terminava l'effetto dell'abilità.

Alcuni però semplicemente scapparono, portandosi dietro i loro pet infetti e contagiando chiunque venisse a contatto. In particolare la popolazione di basso livello fu devastata dalla piaga. Una parte degli infettati andavano volutamente a contagiare altri giocatori. Blizzard provò prima a imporre una quarantena per cercare di confinare il problema, ma fallì. Alla fine fu costretta ad un reset dei server dopo 4 giorni circa.

Il modo in cui i giocatori si sono comportati potrebbe riflettere le azioni che una popolazione reale seguirebbe per reagire ad una epidemia. "Abbiamo visto del coraggio.. della paura, il sospetto di una quarantena", ha affermato la dottoressa. Il tentativo da parte di Blizzard di imporre una quarantena potrebbe inoltre rispecchiare quello che la U.S. Homeland Security attuerebbe in situazioni simili, se avvenissero in grosse città. Il fatto che non abbia funzionato nel gioco, potrebbe farci dubitare anche della sua efficacia reale.

La Fefferman ha imparato dalla Corrupted Blood Plague che i comportamenti umani sono la chiave che può falsare e rendere inutili anche i più accurati e complessi modelli matematici che lei e gli altri epidemiologi usano per predire la diffusione delle malattie. "E' molto difficile predire le azioni delle persone. I comportamenti... questa è la parte veramente dura."Statistiche: Inviato da Ligario (http://battlecraft.it/memberlist.php?mode=viewprofile&u=54) — 06-03-2011 11:55 — Risposte 0 — Visite 23

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